Quattordici volumi


di azael
16 settembre 2012

*Poesia nella quale il poeta tratta con agenti di commercio monomandatari al fine di ottenere sostanziosi sconti di pena

No no no no no no
no no no no
no?
No
no non lo colgo l’attimo

solo tempi complessivi
quinquenni
e le piccole cose, per l’amor della madonna, no
solo cose gigantesche, megatroni di bellezza narrativa

non il sorriso di un bambino
ma settemilanovecentosedici
settemilanovecentosedici di numero
non uno di meno
con delle casacchine uniformi neroblù e un numero progressivo sulla schiena
ciascuno sorridente di burocratica serenità
e se
bada bene, se
dei settemilanovecentosedici bambini sorridenti
uno solo dovesse accennare ad un velato sguardo di tristezza esistenziale
via
basta
si rifà tutto, da capo
caricate i bambini sui furgoni e portateli via

e un fiore giallino che sboccia nel prato
no
l’Asia minore almeno, fiorita a cose colorate
e un motore di ricerca
per cercare ogni petalo per data, per nome, per colore,
per motivo e ragion sufficiente,
oppure meglio il deserto eterno
del triste qualsiasi e naturale

ogni attimo presente, la bellezza in ogni infinitesimo splendore
nononò
anzi
se ripassa il rappresentante mandatario delle piccole scintille di bellezza
gli sparo le cervella
col fucile da caccia a pallettoni per cinghiali

e se torna ancora,
ditegli che gli apro
ma deve venire presto, prestissimo, una domenica mattina, alle sette, sette e un quarto
e solo se mi porta,
magari nel retro di un furgone per traslochi
insieme ai fiorellini e ai lucci argentati,
un’enciclopedia illustrata in quattordici volumi
col dettaglio sistematico
della mia felicità.

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