Non guardo te


di Azael
19 gennaio 2011

* Poesia nella quale il poeta indaga nell’animo umano e ci trova un virus coi denti aguzzi e la cattiveria dei bambini

Non credere
che io ti guardi
mentre tu parli e ti muovi

no

io non guardo te

io guardo tuo padre

ma guardo tuo padre per guardare tuo nonno, i tuoi avi, i tuoi remotissimi antenati

io anche se sembra che stia ascoltando con vivo interesse

no

ti assicuro

non guardo te

nemmeno per un secondo

tu mi vedi che sposto lo sguardo dagli occhi alle sopracciglia di nuovo agli occhi e poi alla bocca

no

è una finta

io guardo dentro i tuoi antenati

nel più profondo infinitesimo di nervo

nei cromosomi affastellati

e nella logica di svolgimento della catena del dna.

E laggiù

in quel frenetico mercato di vita primordiale

nello spazio inconsistente tra cellula e membrana, tra atomo e ancora atomo e atomo e  granaglia

è lì che io guardo

con il mio stupore di creatura

per capire

cos’è che è andato storto

per farti venir fuori così

solennemente

idiota.

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